Foto Profilo Fortunato Del Dotto
Inizia la sua attività espositiva negli anni ’60, con numerose collettive sul territorio nazionale: Reggio Calabria, Taranto, Roma etc. Nel 1966 gli viene assegnata la Tavolozza d’oro, nel 1968 viene assegnato il “I Premio Città di Messina”, nel 1969 il “I Premio alla XIV Mostra Nazionale Fuci”, nel 1977 il “Primo premio della Tavolozza d’oro”. La sua attività espositiva era iniziata con una personale alla galleria messinese “La Stiva”, nel 1962, seguita da altre a Milano, Ascoli Piceno, Vibo Valentia e Cosenza, città nella quale insegnerà ornato nel locale Liceo Artistico dal 1970, salvo poi spostarti a Messina nell’Istituto guidato da Salvatore Castagna. Sono anni della pittura materica e informale, linguaggi che in qualche misura coinvolgono il pittore senza tuttavia smarcarne il carattere principale di razionalità geometrica, fulcro principale della sua estetica lungo il corso degli anni. A un cambio di tema, Del Dotto adatta la sua peculiare visione con l’inserimento di nuove suggestioni, come nel caso della Mostra “New Arcadia – postavanguardia” in cui ispirandosi all’arte sacra, Del Dotto inserisce elementi della decorazione architettonica, rosoni, fregi, serpentine, nella consueta trama dei suoi trasparenti layers geometrici. Con la mostra all’Istituto d’arte del 1989, Del Dotto interrompe il suo corso geometrico con due opere dalle masse monocromatiche in cui segni filiformi danno dinamismo al grande silenzio del colore uniforme. Dagli anni ’90 il linguaggio geometrico si amplia e specifica, articolando le figure in intrecci dal ricco gioco tonale che sarà poi completamente maturo nelle futuristiche trame spaziali degli anni 2000, impreziosite dalla matericità dell’impasto pittorico e il continuo, dettagliato dialogo cromatico, tono su tono.