Nino Cannistraci

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Nino Cannistraci ha iniziato il suo percorso molto presto, con una vocazione per la pittura manifesta già nell’adolescenza. Laureato in Scienze Politiche, tra il 1961 e il 1968 studia anche pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Tornato a Messina diverrà insegnante per l’Istituto D’Arte.  La sua attività di pittore inizia nel 1957, con la collettiva per il Premio Fuci, segue una personale a Torino nel 1959, e altre personali in alcune gallerie messinesi, cui bisogna aggiungere una a Roma nel 1964. Esporrà continuativamente in varie città italiane, Palermo, Roma, Cosenza, Firenze, per tutti gli anni 70.  Teresa Pugliatti definisce la sua pittura come “atipica” (2009), ugualmente debitrice di Monet, Picasso, e Bacon. E’ Il suo universo iconografico, favolistico e straniante al contempo, a delineare il profilo del tutto peculiare di questo artista dalle visioni sfuggenti e fantastiche. “Io faccio una pittura che si potrebbe anche definire tradizionale, se non fosse per l’esecuzione tecnica che è essenzialmente espressionista e gestuale, e se le associazioni d’immagini non fossero estremamente improprie, almeno da un punto di vista della logica comune. Nei mei quadri si possono trovare belve e crocefissi, nudi femminili e babbuini, avvoltoio, presenze insomma del mondo naturale…e simboli di altra natura attinenti al mondo spirituale. L’associazione di questi elementi non è mai programmata, ma nasce sempre da una sorta di evocazione spontanea per antitesi fra Erose e Thanatos, evocata attraverso l’accostamento di archetipi”[1].

 


[1] Nino Cannistraci in Teresa Pugliatti, Nino Cannistraci, in Arte Contemporanea a Messina, a cura di Luigi Ferlazzo Natoli, Intilla editore, 2009,p. 152. 

 

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