Bill cammina con passo sicuro è un racconto in bilico tra la ballata e la ninnananna pulp, nato nel 2005 dalla fantasia dello scrittore messinese Graziano Delorda e dalla matita di Aristide Ciervo.
Bill cammina con passo sicuro è un racconto in bilico tra la ballata e la ninnananna pulp, nato nel 2005 dalla fantasia dello scrittore messinese Graziano Delorda.
Ospitato inizialmente sulla pagina culturale del quotidiano parmense <<L'Informazione>>, ha in seguito riscosso apprezzamenti e nuova linfa vitale grazie alla visibilità sul sito internet della casa editrice “Terre di Mezzo”, intercettando anche l'interesse della rinomata Scuola Holden di scrittura creativa di Torino. Anni dopo, il racconto viene inserito nella silloge La serpe nera, edita nel 2011 da Pungitopo Edizioni, contenente diciotto storie scritte da Delorda nell’arco temporale di un decennio (1998-2008). Su esplicita richiesta, Bill cammina con passo sicuro viene rielaborato in chiave grafica nel 2012. L'illustratore coglie ed esalta il climax del racconto, scandendo con i suoi disegni la marcia sicura di Bill, fino all'esplosione splatter finale.
Bill cammina con passo sicuro è un racconto in bilico tra la ballata e la ninnananna pulp, nato nel 2005 dalla fantasia dello scrittore messinese Graziano Delorda.
Ospitato inizialmente sulla pagina culturale del quotidiano parmense <<L'Informazione>>, ha in seguito riscosso apprezzamenti e nuova linfa vitale grazie alla visibilità sul sito internet della casa editrice “Terre di Mezzo”, intercettando anche l'interesse della rinomata Scuola Holden di scrittura creativa di Torino. Anni dopo, il racconto viene inserito nella silloge La serpe nera, edita nel 2011 da Pungitopo Edizioni, contenente diciotto storie scritte da Delorda nell’arco temporale di un decennio (1998-2008). Su esplicita richiesta, Bill cammina con passo sicuro viene rielaborato in chiave grafica nel 2012. L'illustratore coglie ed esalta il climax del racconto, scandendo con i suoi disegni la marcia sicura di Bill, fino all'esplosione splatter finale. Il tratto realistico e il colore pantone, dall’impatto incisivo, conferiscono robustezza al carattere della storia, il cui protagonista ricorda somaticamente l’attore Benicio del Toro. Le inquadrature cinematografiche, che si muovono in un centro urbano metropolitano, sono ispirate al film “Un giorno di ordinaria follia”. Grazie a questa rinnovata veste grafica, il lavoro dei due artisti peloritani trova spazio e nuovi lettori nel blog collettivo Sulromanzo.it.