Messina trema

Il progetto, voluto in occasione della manifestazione celebrativa del centenario del terribile sisma che rase al suolo Messina all'alba del 28 dicembre del 1908, sin dalla sua genesi, ha avuto il sostegno delle istituzioni politiche e delle associazioni culturali del territorio. Il progetto è stato infatti coprodotto dall'Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Messina, retto in quel periodo dal professore Dario Caroniti, in collaborazione con l'Associazione culturale “Sicilia Fantastica", presieduta dal noto regista messinese Salvatore Presti.
Nato da un’idea di Ubaldo Smeriglio che ne cura il soggetto, quest’opera commemorativa ha come mission la volontà di tenere in vita nelle giovani generazioni la memoria storica dell’immane evento che segnò le due città dello Stretto. Il plot viene reso con una misura stilistica desueta rispetto alle consuetudinarie forme di narrazione scritta, al fine di essere meglio recepito dal target cui è principalmente rivolto, ovvero gli studenti degli istituti scolastici secondari messinesi.
Da qui l’idea del fumetto inteso quale strumento trasversale e accattivante che, tramite l’immediatezza visiva, si rivela il più idoneo ad avvicinare agevolmente la giovane utenza e calarla nella dimensione viva e al contempo immaginifica del racconto. Fulcro ideale della narrazione è il messaggio sensuale della tragedia misto al concetto di dignità di un popolo che, seppur straziato dallo sterminio provocato dalla calamità naturale, trova la forza per risollevarsi e risorgere dalle proprie ceneri. L’incipit della storia dimostra, in maniera lapalissiana, l’esistenza di una continuità affettiva transgenerazionale fondata sull’immanenza del concetto di “origine”:
 

“(…) Per sapere chi realmente sei, devi aver chiaro da dove vieni."

La sinossi condensa molteplici sfumature simboliche attraverso un intreccio emotivo che accompagna virtualmente il cammino del protagonista. Quest’ultimo, un giovane di nome Rocco, a causa di un evento soprannaturale, ritrova il diario segreto del bisnonno sopravvissuto miracolosamente alla tragedia. Grazie a queste pagine che descrivono i giorni del disastro risalenti al secolo precedente, inizia un vero e proprio viaggio nel tempo segnato dal dolore, scandito da innumerevoli eventi, in bilico tra il disincanto e la speranza di chi, allora come adesso, con volontà, coraggio e istinto di sopravvivenza, non vuole abbandonare, nonostante tutto, la propria terra di origine. Il retaggio culturale della “fuitina” (scappatella) che consente ai bisnonni di salvarsi, rappresenta l’escamotage narrativo che insiste metaforicamente sulla valenza salvifica dell’amore. La scelta del bianco nero è simbolicamente collegata al senso di orrore delle vicende della storia. L’autore delle tavole alterna, per sua personale sintesi, il nero pieno dei personaggi al tratteggio irregolare e alle linee tumultuose e volutamente emotive preferite per paesaggi e ambienti.