L'edificio di proprietà privata fu realizzato nel 1953 in un comparto dell'isolato 270, all'incrocio tra l'attuale via Ghibellina e via Tommaso Cannizzaro e prevedeva la realizzazione di un edificio da destinare a residenze e negozi.
L'edificio di proprietà privata fu realizzato nel 1953 in un comparto dell'isolato 270, all'incrocio tra l'attuale via Ghibellina e via Tommaso Cannizzaro e prevedeva la realizzazione di un edificio da destinare a residenze e negozi. La struttura portante in cemento armato consentiva una libertà espressiva nella configurazione della facciata che ne stabiliva una gerarchia tra i due fronti, su via T. Cannizzaro e su via Ghibellina, attraverso la realizzazione di una ripartizione modulare della disposizione delle pareti murate e di quelle finestrate, privilegiando una disposizione disassata all'interno del proprio spazio di pertinenza.
L'edificio di proprietà privata fu realizzato nel 1953 in un comparto dell'isolato 270, all'incrocio tra l'attuale via Ghibellina e via Tommaso Cannizzaro e prevedeva la realizzazione di residenze e negozi. La struttura portante in cemento armato consentiva una libertà espressiva nella configurazione della facciata che ne stabiliva una gerarchia tra i due fronti, su via T. Cannizzaro e su via Ghibellina, attraverso la realizzazione di una ripartizione modulare della disposizione delle pareti murate e di quelle finestrate, privilegiando una disposizione disassata all'interno del proprio spazio di pertinenza. Si tratta di un edificio in linea il cui corpo scala distribuisce a tre appartamenti per ciascun livello. L'edificio manifestava facciate organizzate secondo una tripartizione che prevedeva una distinzione dell'attacco a terra, costituito dal piano botteghe, dai piani delle residenze individuate dalla ripartizione in moduli che denunciavano in facciata il passo strutturale e dal piano della copertura che costituiva citazione razionalista. Lungo la via Ghibellina, invece, il prospetto non aveva altrettanta specularità in quanto la contrapposizione delle prime due campate in prossimità della via T. Cannizzaro si contrapponevano alle rimanenti quattro caratterizzate invece da aperture regolari. Il portico presente al piano copertura provvedeva ad unificare compositivamente l'intero disegno. Purtroppo la ristrutturazione del fabbricato avvenuta nell'ultimo quarto del XX secolo ad opera del Monte dei Paschi di Siena, nel tentativo di massimizzare gli spazi disponibili per la nuova attività bancaria, ha avuto come effetto nefasto quello di impoverire la qualità globale dell'edificio. L'originaria partizione interna è stata modificata a seguito della rifunzionalizzazione dell'edificio. Il piano copertura è stato modificato con la sopraelevazione di un corpo di fabbrica arretrato rispetto alle facciate dell'edificio.