L’opera esposta alla mostra “Santi Condomini e altri Racconti” del Monte di Pietà di Messina, è una rappresentazione allegorica della Sicilia. La donna, infatti, ha tre gambe, come la Triscele, simbolo dell’isola, e sembra galleggiare su una mappa con i nomi dei mari che la bagnano: Tirreno, Ionio e Mediterraneo. La tela riassume lo stile di Bonanno Conti del periodo, un mix vivace di figuratività pop, Haring, e nostalgie mitiche.
L’opera esposta alla mostra “Santi Condomini e altri Racconti” del Monte di Pietà di Messina, è una rappresentazione allegorica della Sicilia. La donna, infatti, ha tre gambe, come la Triscele, simbolo dell’isola, e sembra galleggiare su una mappa con i nomi dei mari che la bagnano: Tirreno, Ionio e Mediterraneo. La tela riassume lo stile di Bonanno Conti del periodo, un mix vivace di figuratività pop, Haring, e nostalgie mitiche. La particolare texture cromatica del dipinto ritorna in moltissime opere in mostra, comprese alcune sedie e sculture che l’artista lavora similmente. Al riferimento a Haring bisogna aggiungere, seguendo in questo il titolo della mostra, le vetrate delle chiese, numerose nella città di Messina e, forse, anche la durezza geometrica, malconcia e disordinata del paesaggio architettonico messinese. Tuttavia, in Sdraiata sopra il Mare, il mito, il racconto rinnovato dell’identità femmina della Sicilia, rimane il dato preponderante. L’allegoria funziona, l’immagine racconta e seduce, la vecchia Triskele è qui aggiornata e rivista nell’ottica internazionale, mondiale, di una mappa di segni, simboli e forme che riecheggiano le stratificazioni multiculturali dell’isola. In realtà, gli strati, i tasselli, la forma mosaico, cioè opera come insieme delle parti, sono il leitmotiv formale di tutta la mostra. In Tutti Assenti, o in Condomini, la figurazione è composta dagli individui cellula, bloccati in reticoli, casette, tabelloni pubblicitari che raccontano il coro di una comunità senza identità e senza relazioni. Si tratta forse degli abitanti dei palazzi della Messina contemporanea, chiusi nel guscio del loro disagio, nella frustrazione dell’omologazione? La critica sociale c’è tutta, ma il vivace pittoricismo di Bonanno Conti trasforma quest’opere in icone ironiche e disincantate che sanno sedurre lo spettatore.
L’opera esposta alla mostra “Santi Condomini e altri Racconti” del Monte di Pietà di Messina, è una rappresentazione allegorica della Sicilia. La donna, infatti, ha tre gambe, come la Triscele, simbolo dell’isola, e sembra galleggiare su una mappa con i nomi dei mari che la bagnano: Tirreno, Ionio e Mediterraneo. La tela riassume lo stile di Bonanno Conti del periodo, un mix vivace di figuratività pop, Haring, e nostalgie mitiche. La particolare texture cromatica del dipinto ritorna in moltissime opere in mostra, comprese alcune sedie e sculture che l’artista lavora similmente. Al riferimento a Haring bisogna aggiungere, seguendo in questo il titolo della mostra, le vetrate delle chiese, numerose nella città di Messina e, forse, anche la durezza geometrica, malconcia e disordinata del paesaggio architettonico messinese. Tuttavia, in Sdraiata sopra il Mare, il mito, il racconto rinnovato dell’identità femmina della Sicilia, rimane il dato preponderante. L’allegoria funziona, l’immagine racconta e seduce, la vecchia Triskele è qui aggiornata e rivista nell’ottica internazionale, mondiale, di una mappa di segni, simboli e forme che riecheggiano le stratificazioni multiculturali dell’isola. In realtà, gli strati, i tasselli, la forma mosaico, cioè opera come insieme delle parti, sono il leitmotiv formale di tutta la mostra. In Tutti Assenti, o in Condomini, la figurazione è composta dagli individui cellula, bloccati in reticoli, casette, tabelloni pubblicitari che raccontano il coro di una comunità senza identità e senza relazioni. Si tratta forse degli abitanti dei palazzi della Messina contemporanea, chiusi nel guscio del loro disagio, nella frustrazione dell’omologazione? La critica sociale c’è tutta, ma il vivace pittoricismo di Bonanno Conti trasforma quest’opere in icone ironiche e disincantate che sanno sedurre lo spettatore. Nei meccanismi di questa freschezza figurativa, i materiali usati ricoprono un ruolo importante. Bonanno Conti usa smalti, acrilici, ritagli di giornale, manifestando un’inventiva che cerca nel quotidiano gli strumenti della sua narrazione. E’ il caso dei Piccoli Inganni, o di Pubblincittà, o anche della scultura per Gli Angeli in Città, rimasta per poco tempo, purtroppo, all’ingresso di Villa Mazzini. Tuttavia, Bonanno Conti lavora anche i materiali nobili della storia dell’arte come le poetiche pinne di balena, in bronzo, alla Marina del Nettuno o il monumento ai Caduti per la Chiesa di Piatì, sempre in bronzo. Il tono non è mai solenne, retorico, l’artista rimane fedele all’immediatezza pop della comunicazione, e alla freschezza della sua arte, che spesso sfocia in una delicata poesia. Fedele al racconto, più che alla ricerca formale, che pure è presente, artefice dall’ingegno eclettico e multiforme, Bonanno Conti è un artista completamente contemporaneo che sa narrare lo spirito del tempo con uno sguardo leggero e, al contempo, abile e profondo.