Il protagonista è Leonardo, bambino coi capelli dritti a spazzola, tesi come la sua acuta intelligenza, abituale inventore di frottole. La maestra è una donna rigida il cui aspetto esile ne rispecchia per intero il carattere. La storia si evolve in seguito ad una scommessa tra i due soggetti descritti che li conduce direttamente al terzo attore della storia, l’astronauta. In un gioco labirintico, nel quale il lettore deve fare la propria parte, tra storie fantastiche, bugie ed equivoci, entrambi i personaggi arriveranno alla fine dell’arduo percorso avendo imparato una grande lezione sulla verità e il compromesso.
Il protagonista è Leonardo, bambino coi capelli dritti a spazzola, tesi come la sua acuta intelligenza, abituale inventore provetto di frottole. La maestra è una donna rigida il cui aspetto esile ne rispecchia per intero il carattere. Presentando separatamente i dettagli ingigantiti, l’autrice gioca interattivamente con lettore, invitandolo a scoprire analogie e corrispondenze semantiche rispetto al particolare rappresentato: ad esempio, quando lo zoom ricade sull’insegnante, donna dal fondoschiena morbido, sul quale l’inquadratura scivola e si sofferma ogni qualvolta si rilassa, ha ricci capelli intrecciati che si increspano appena si spazientisce. Tuttavia, nonostante sia consuetudinariamente diffidente, risulta essere altresì un personaggio capace di continue rinascite emotive.
La storia si evolve in seguito ad una scommessa tra i due soggetti descritti che li condurrà direttamente al terzo attore della storia, l’astronauta. Quest’ultimo, rimane la figura in assoluto più misteriosa, della quale non si intuiranno mai bene i tratti, eccezion fatta per un’unica scena nella quale se ne intravedrà il sorriso sornione. La trama lega in un binomio fantastico la maestra e il bambino, travolgendo entrambi ed inserendoli in una sorta di rapporto onirico che esiste e nel contempo non è. Fortemente incentrato sulla corrispondenza simbolica tra immagine e significato, contenitore e contenuto, il volume si snoda intorno al concetto di rapporto duale con la realtà, considerando nel contempo il punto di vista dell’adulto e del bambino.
In un gioco labirintico, nel quale il lettore deve fare la propria parte, tra storie fantastiche, bugie ed equivoci, entrambi i personaggi arriveranno alla fine dell’arduo percorso avendo imparato una grande lezione sulla verità e il compromesso.
Il protagonista è Leonardo, bambino coi capelli dritti a spazzola, tesi come la sua acuta intelligenza, abituale inventore provetto di frottole. La maestra è una donna rigida il cui aspetto esile ne rispecchia per intero il carattere. Presentando separatamente i dettagli ingigantiti, l’autrice gioca interattivamente con lettore, invitandolo a scoprire analogie e corrispondenze semantiche rispetto al particolare rappresentato: ad esempio, quando lo zoom ricade sull’insegnante, donna dal fondoschiena morbido, sul quale l’inquadratura scivola e si sofferma ogni qualvolta si rilassa, ha ricci capelli intrecciati che si increspano appena si spazientisce. Tuttavia, nonostante sia consuetudinariamente diffidente, risulta essere altresì un personaggio capace di continue rinascite emotive.
La storia si evolve in seguito ad una scommessa tra i due soggetti descritti che li condurrà direttamente al terzo attore della storia, l’astronauta. Quest’ultimo, rimane la figura in assoluto più misteriosa, della quale non si intuiranno mai bene i tratti, eccezion fatta per un’unica scena nella quale se ne intravedrà il sorriso sornione. La trama lega in un binomio fantastico la maestra e il bambino, travolgendo entrambi ed inserendoli in una sorta di rapporto onirico che esiste e nel contempo non è. Fortemente incentrato sulla corrispondenza simbolica tra immagine e significato, contenitore e contenuto, il volume si snoda intorno al concetto di rapporto duale con la realtà, considerando nel contempo il punto di vista dell’adulto e del bambino. In un gioco labirintico, nel quale il lettore deve fare la propria parte, tra storie fantastiche, bugie ed equivoci, entrambi i personaggi arriveranno alla fine dell’arduo percorso avendo imparato una grande lezione sulla verità e il compromesso.
Per quanto concerne la tecnica e la scelta stilistica, l’ambientazione raffigurata è nel complesso prettamente legata alla dimensione scolastica elementare dei piccoli bambini e del loro ludico e colorato mondo. La dimensione narrativa è delicata e fortemente onirica e la suggestione che ne rimanda è la sensazione di essere sospesi a mezz’aria lungo tutto il racconto. La predilezione per i colori tenui simboleggia, nell’intenzione dell’autrice, i viaggi virtuali nella fantasiosa mente del fanciullo, a metà tra sogno e realtà. L’utilizzo estensivo del collage applicato manualmente, delle fustellature e della caratterizzazione psicologica dei personaggi, riproduce fedelmente le valutazioni simboliche dell’artista che dissemina nelle sue tavole miriadi di indizi, allusioni e rimandi figurativo-narrativi che implicano la personale partecipazione del lettore che interviene con il suo gusto, con le sue scelte, con la sua chiave di lettura, in un dialogo che è sempre aperto e fortemente correlato agli elementi a disposizione. Il labirinto illustrato è simultaneamente componente del libro e parte integrante dell’esperienza della lettura, nel quale ciascun ingrediente viene letto come significativo e inscindibile dall’unità narrativa. Questa modalità di percepire fa sì che la cosa più importante per il fruitore sia l’esperienza che egli ha del e nel libro. La comprensione del suo ‘contenuto’ è solo uno dei molti aspetti di tale esperienza, rispetto alla quale il portato cognitivo è imprescindibile.
L’equivoco sotteso all’intera storia testimonia la provocazione più grande: un intreccio; tra mondo adulto e mondo infantile, i cui confini sono destinati a sfumare reciprocamente; sotto il peso della potenza dell’epilogo, quando tutti i personaggi apprendono l’importanza della vigile attenzione legata al concetto di fiducia, al senso celato dell’esistenza del fraintendimento, al più semplice stupore per gli inaspettati percorsi della vita.
Copertina L'inventore, la maestra e l'astronauta
Pubblicazione L’inventore, la maestra e l’astronauta
2011, Napoli, spigolatura L'inventore, la maestra e l'astronauta
L’idea centrale dello sviluppo grafico-narrativo del mondo onirico da rappresentare viene in mente alla disegnatrice sotto la doccia.