Isolato 309A del PR di Messina

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Testo Ridotto: 

L’isolato 309/A del Piano Regolatore della città di Messina fu progettato dall’Ing. Enrico Fleres e realizzato nel 1922. La particolarità di questo edificio è costituita dal fatto che al suo interno è inglobata una volta a crociera appartenuta all'antica chiesa medievale di S. Maria Del Graffeo detta la Cattolica dei Greci. Si trattava di una chiesa di rito ortodosso che rimase in uso fino al terremoto del 1783 che la danneggiò e poi definitivamente danneggiata a causa del terremoto del 1908.

Testo Medio: 

L’isolato 309/A del Piano Regolatore della città di Messina fu progettato dall’Ing. Enrico Fleres  e realizzato nel 1922. La particolarità di questo edificio è costituita dal fatto che al suo interno è inglobata una volta a crociera appartenuta all'antica chiesa medievale di S. Maria Del Graffeo detta la Cattolica dei Greci. Si trattava di una chiesa di rito ortodosso che rimase in uso fino al terremoto del 1783 che la danneggiò e poi definitivamente danneggiata a causa del terremoto del 1908. È quando il piano regolatore della città di Messina suddivise gli spazi della città individuando le aree da destinare all’isolato 309/A inglobò tale preesistenza nell’androne delle realizzando fabbricato. L’edificio prospetta su una delle più antiche vie della città, la via XXIV Maggio che rispecchia l’andamento dell’antica via Austria.

Testo Esteso: 

L’isolato 309/A del Piano Regolatore della città di Messina fu progettato dall’Ing. Enrico Fleres e realizzato nel 1922. La particolarità di questo edificio è costituita dal fatto che al suo interno è inglobata una volta a crociera appartenuta all'antica chiesa medievale di S. Maria Del Graffeo detta la Cattolica dei Greci. Si trattava di una chiesa di rito ortodosso che rimase in uso fino al terremoto del 1783 che la danneggiò e poi definitivamente danneggiata a causa del terremoto del 1908. È quando il piano regolatore della città di Messina suddivise gli spazi della città individuando le aree da destinare all’isolato 309/A inglobò tale preesistenza nell’androne delle realizzando fabbricato. L’edificio prospetta su una delle più antiche vie della città, la via XXIV Maggio che rispecchia l’andamento dell’antica via Austria. Tale edificio manifesta lungo la via XXIV Maggio un'alternanza nel trattamento delle facciate che risultano tripartite individuando il piano del basamento attraverso una serie di bugnature che si rifanno ad un linguaggio neobarocco. Su questo livello risulta impostata una fascia decorativa di altezza equivalente l’altezza dei parapetti delle ringhiere dei balconi dalla quale si dipartono le paraste che scandiscono il ritmo della facciata, individuando nel contempo le campate dell’edificio al centro delle quali si aprono le bucature che permettano di utilizzare i balconi. Tali aperture del primo livello sono architravate ma manifestano un’alternanza di timpani curvi e timpani rettilinei che sottendono ad un vago manierismo. Tali frontoni presentano una conchiglia in stucco cementizio nella lunetta, che contribuisce a creare movimento nelle decorazioni della facciata. Le ringhiere dei balconi sono realizzate senza saldature facendo ricorso a chiodature a caldo e fascettature ribattute sui quadrelli metallici, che manifestano l’epoca di realizzazione. I livelli successivi al primo fuori terra, presentano una superficie realizzata con mattoni posti di coltello che viene interrotta dalla presenza delle paraste che raggiungano l’originario cornicione. L’edificio è stato in alcune porzioni sopraelevato di un piano tentando di rispettare la configurazione sottostante anche se in questo modo si è alterato l’originario sistema di proporzioni che sovrintendeva al rapporto tra la larghezza stradale e l’altezza degli edifici che vi prospettavano.

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