PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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L’isolato 179 presenta alcuni brandelli di edilizia preterremoto, anzi è possibile ipotizzare una vetustà maggiore o, al limite, l’edificazione degli edifici oggi presenti su un basamento settecentesco. In atto si può osservare che si tratta di edilizia povera che manifesta una propensione per la realizzazione di botteghe al piano terreno dotate di mezzanini. I piani superiori sono stati demoliti e pertanto non è possibile determinare con certezza la configurazione globale, anche se la tipologia sembra essere similare a quella descritta che prevede un piano nobile sopra il piano dei mezzanini.
Il cinema Apollo (originariamente Ariston) occupa il I comparto dell’isolato 295 del Piano Regolatore dell’ingegnere Luigi Borzì. Questo comparto rimase a lungo inedificato fino agli anni cinquanta quando, nel 1954, fu realizzato il cinema ad opera dell’architetto Filippo Rovigo. Anche questa architettura risente del linguaggio utilizzato da Rovigo nelle sue opere e manifesta uno stretto legame con l’architettura razionalista che dopo il periodo fascista poteva manifestarsi nelle sue forme pure e scevre da qualunque citazione nazionalista.
I tre Elefanti corazzati da combattimento furono realizzati da Giovanni Cammarata tra il 1983 e il 1991 all’interno del fantasmagorico giardino della sua casa. Dalla fine degli anni ’70 il cementiere lavoro alla sua abitazione trasformandola in un parco di sculture, un monumento abusivo nella periferia degradata di Maregrosso. Chiamerà la sua opera in molti modi, attirando l’attenzione generale, tuttavia le ruspe dei proprietari dell’area sui cui egli viveva dal 1953, distruggeranno buona parte del suo lavoro, compreso il grande elefante decorato, danneggiando pesantemente gli altri due.
L’opera appartiene al gruppo presentato dall’artista in occasione della mostra “Collezione Privata. Pictura in Urbe” curata dal critico d’arte Lucio Barbera nel 1988. L’esposizione, corredata da un poderoso catalogo, raccoglieva artisti giovani e meno giovani del secondo Novecento messinese, con alcuni spunti di riflessione che rimangono ancora oggi validi. In questo senso, Paesaggio Eoliano può essere considerata un’opera abbastanza esemplificativa dell’articolata poetica di Alfredo Santoro, frutto di una personale rielaborazione di espressionismo, surrealismo e luminosità mediterranea.