Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Costruito per volontà di Re Ferdinando II di Borbone nel 1842, il Teatro era un tempio denominato di S. Elisabetta. Progettato dall’architetto napoletano Pietro Valente in stile Neoclassico, cambiò nome dopo l’Unità. Danneggiato dal terremoto del 1908, venne restaurato solo nel 1980. Pregevole il gruppo marmoreo del “Tempo che scopre la Verità a Messina”in facciata, opera dello scultore messinese Saro Zagari, mentre al suo interno è possibile ammirare il "Colapesce" (1985) di Renato Guttuso.

Vanna Vinci e Giovanni Mattioli firmano una sceneggiatura che, pur rispecchiando le proprie corde autoriali, riesce a creare molteplici punti di aderenza con lo stile grafico della disegnatrice. Il suo segno è caratterizzato da linee grafiche sporche, da un bianco e nero contrastato, dalla cura dei dettagli architettonici e, come in questo caso, da ambientazioni visionarie. La cifra creativa tipica dell’autrice, abituata a disporre pesantemente i neri sulla tavola, in quest’opera viene alleggerita per un’esigenza di maggiore fluidità nella lettura. Le architetture veneziane sono semplificate e rese con un bianco e nero netto, la regia riconferma ancora una volta il personale taglio cinematografico che l’autrice conferisce alle inquadrature, dove i personaggi recitano offrendo diverse sfaccettature espressive.

L’edificio che insiste nell’area dell’isolato 314 del PR di Messina fu progettato dall’ingegnere Pietro Interdonato nel 1914 ed approvato dalla Commissione Edilizia l’anno successivo ma, poiché non fu immediatamente realizzato, fu soggetto a confrontarsi con il vicino isolato 312, il cosiddetto Banco Cerruti, che nel frattempo era stato costruito. Lo stesso progettista, che nel periodo a cavallo del 1908 si era occupato della progettazione dell’acquedotto cittadino, nel 1921 presenta una variante al progetto originariamente approvato adducendo la non adeguatezza dei motivi decorativi adottati in origine “perché molto discordanti con quelli del vicino isolato 312 sorto nel frattempo su progetto dell’architetto Coppedè”.

La chiesa di S. Caterina d’Alessandria d’Egitto fu realizzata su progetto di Cesare Bazzani a partire dal 1926 e fu consacrata nel 1932. Il sito era quello di un antico luogo di culto del periodo romano che pare inglobasse un tempio dedicato a Venere sul quale si era successivamente sviluppata la chiesa precedente al terremoto del 1908. Il progetto di Cesare Bazzani doveva segnare la posizione della chiesa attraverso la cupola che emergeva dagli edifici, risultando visibile da lunga distanza anche in ragione del particolare andamento altimetrico della via Garibaldi sulla quale sorge.

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