Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

E’ il vecchio toponimo riferito alla brevissima via che da Corso Garibaldi conduce a Piazza Catalani, un tempo occupata da un antico castello che dominava il porto, probabilmente realizzato su un’ancor più antica struttura difensiva romana.

L’isolato 179 presenta alcuni brandelli di edilizia preterremoto, anzi è possibile ipotizzare una vetustà maggiore o, al limite, l’edificazione degli edifici oggi presenti su un basamento settecentesco. In atto si può osservare che si tratta di edilizia povera che manifesta una propensione per la realizzazione di botteghe al piano terreno dotate di mezzanini. I piani superiori sono stati demoliti e pertanto non è possibile determinare con certezza la configurazione globale, anche se la tipologia sembra essere similare a quella descritta che prevede un piano nobile sopra il piano dei mezzanini.

Nel clima di ricostruzione postbellica della città, l’OSPE si configura come centro privilegiato per la vita culturale messinese, riunendo intorno a sé la galleria d’arte “Il Fondaco” e la parodistica “Accademia della Scocca”, e ponendosi in collaborazione con altri cenacoli e istituzioni, dall’Università alle riviste e alle librerie, come quella dell’editore Giacomo D’Anna. A dar vita all’avventura dell’OSPE è Antonio Saitta, dopo aver lasciato la storica libreria Ferrara, in cui era entrato come commesso a quattordici anni, sostenuto nella nuova impresa da Pugliatti e Vann’Antò. 

Giufà è il “folle”, lo “scemo del villaggio”. Figura mitica dell’immaginario popolare siciliano di origine probabilmente araba, Giufà è al centro di numerosi racconti orali ancora oggi tramandati. Uno di questi, forse il più celebre, racconta di una raccomandazione della madre di Giufà interpretata letteralmente dal giovane tonto. Con il suo segno graffiante e dinamico, Michela De Domenico interpreta il giovane Giufà faticosamente in ascesa in uno scenario urbano che ricorda la Messina pre terremoto della Scalinata Santa Barbara.

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