Le Scalinate dell'Arte
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PREMESSA

Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!


CONTENUTI IN EVIDENZA

Di origine medievale, il forte Castellaccio fu soggetto a cospicue opere provvisionali e di ammodernamento in età moderna. Intorno alla metà del ‘500 l'architetto bergamasco Ferramolino ne potenziò i quattro bastioni con baluardi cuspidati. Nel 1674, durante la rivolta antispagnola, venne conquistato dai messinesi, così come nel 1848, al tempo dei moti antiborbonici. Dopo il terremoto, l’edificio subì violente manomissioni che alterarono significativamente la ricchezza e la peculiarità storico architettonica dell’edificio.

Preparato nell’estate del 1933, il cartone faceva parte di un corpus di disegni, bozzetti e piccoli saggi destinati alla valutazione della commissione ministeriale nominata dalla Direzione generale dell’Antichità e delle Belle Arti allo scopo di selezionare il successore di Giulio Aristide Sartorio (Roma 1860 – Roma 1932), morto durante la realizzazione dei bozzetti per la decorazione musiva del ricostruito duomo di Messina. L’opera, in scala 1:1, era una prova della teoria di Angeli delle Litanie Lauretane che avrebbero dovuto decorare la navata centrale e che, di fatto, furono poi realizzati, solo in parte, da Giulio Bargellini (Firenze 1875 – Roma1936) e Pietro Gaudenzi (Genova 1880 – Anticoli Corrado 1955). 

Realizzata nel 1927 dallo scultore Ercole Drei (Faenza, 1886 – Roma, 1973), il gruppo, in lega di bronzo e alluminio, sormonta la monumentale facciata del Palazzo di Giustizia (1928) disegnato da Marcello Piacentini.

Tre uomini sulla prua di una barca, forse una feluca, seduti, parlano tra loro. Al centro, un uomo con una camicia a quadri è l’unico dei tre a non offrire un qualche suggerimento sulla sua fisionomia, tuttavia è il personaggio più importante perché entrambi sono rivolti verso di lui. Forse l’argomento è il pesce spada, forse è il mare, calmo, che si apre di fronte a loro. Forse quell’uomo al centro è il capitano, un lupo di mare con l’occhio più fino che senza rispondere, parlando poco, sarà il primo a vedere la spada del pesce balenare sotto il pelo dell’acqua.

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