PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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Nella mitologia greca Kronos era un titano figlio di Gea (Terra) e Urano (Cielo). Grazie alla falce datagli dalla madre, Kronos evirò Urano, riuscendo a liberare se stesso e i suoi dodici fratelli che non erano stati dati alla luce a causa del padre. Il mito si lega alla città di Messina perché il suo nome greco era appunto quello di Zancle, falce in italiano, a causa della particolare forma del porto naturale. In questa pensilina Laura Pittaccio rappresenta il mito concentrandosi sulla figura di Gea, eroina dallo sguardo furbo che brandendo la falce sembra pronta a sviluppare il suo piano contro il mostruoso Urano dalla bocca sdentata.
La chiesa ha probabilmente origini normanne, tuttavia, come indicato sulla cornice in pietra della facciata, essa fu rifatta e dedicata a S. Tommaso Apostolo nel 1539.Comprata dai padri teatini nel 1607, venne inglobata nel giardino del loro convento. Scampata al terremoto è stata restaurata recentemente, scoprendo ben 5 livelli diversi. Il più antico risalirebbe al periodo arabo, quando l’accesso all’edificio avveniva attraverso un’entrata posta in alto.
La fioritura economica e culturale di Messina dai secoli XV al XVII era dovuta anche all’eccellente produzione serica, di cui oggi rimangono esempi pregevoli nella collezione di paramenti sacri custodita al Museo Regionale. L’opera di Kuma, seguendo le proposte di Distrart, raffigura un caratteristico bozzolo del baco da seta e un baco in cammino. Le piccole icone dallo spiccato dinamismo formale hanno un terzo episodio “fuori cornice” nella crisalide dalle ali arcobaleno realizzata da Kuma sotto il fatiscente ponte di Gazzi.
Prende il nome dall’antica e ricchissima chiesa di S. Gregorio, distrutta, insieme all’annesso monastero, dal terremoto del 1908. Eretta forse per volere da Papa Gregorio Magno, la chiesa fu ricostruita da Andrea Calamech nel 1543 sull’area dell’ospedale di S. Michele Arcangelo. Il magnifico edificio aperto al culto nel 1688, era impreziosita di opere d’arte, tra cui il polittico omonimo di Antonello, apparati decorativi scultorei e architettonici.