PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
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Fa parte del sistema di fortificazioni voluto nel 1880 dal Ministero della Guerra. Costruita poco distante da forte Ogliastri, la struttura difensiva segue lo schema costruttivo delle altre fortificazioni coeve: pianta simmetrica, ingresso a ponte levatoio, tre piani collegati da due rampe centrali e rampe interne. Nel terrapieno da combattimento sono ancora visibili le forme circolari degli obici da 280 mm che miravano sullo Stretto. La struttura è oggi sede di rassegne ed eventi culturali.
Colapesce, ovvero Nicola Pesce, era un giovane e temerario pescatore innamorato del mare. La sua leggenda ha numerosissime varianti tante quante sono le patrie che si contengono la sua nascita. Messina è una di quelle, e forse l’ambientazione più plausibile della struggente storia di questo uomo pesce che seguendo il re Federico II in un rilancio di scommesse finì nel fondo del mare per recuperare un monile d’oro, gettato a mò di sfida dal monarca. Giunto nelle profondità marine, Colapesce avrebbe trovato le tre colonne che reggono la Sicilia, metafora perfetta dei tre capi dell’Isola Lilibeo, Passero e Peloro. Notando che una di esse fosse in procinto di spezzarsi decise di rimanere negli abissi sostituendosi ad essa. In questa pensilina Gabriella Davì racconta il mito con grande semplicità, unendo un segno grafico sintetico e fiabesco a poche misurate parole che restituiscono la dimensione orale di questo mito.
Realizzata nel 1460 circa, l’opera è oggi conservata al Museo di Bucarest. La tavola appartiene al periodo giovanile e ha una doppia matrice stilistica. La parte inferiore con Maria e Giovanni riprende iconograficamente i Calvari fiamminghi, mentre il paesaggio con la città di Messina è derivato dalle novità prospettiche della pittura italiana continentale. La veduta del porto con la caratteristica falce è tra i documenti più accurati della forma urbana del XV secolo.