PREMESSA
Il nostro obiettivo è quello di condurre il visitatore alla scoperta delle diverse espressioni dell’arte contemporanea Messinese. Infatti, questo portale web permette al visitatore di accedere ad informazioni, immagini video ed audio, riguardanti l’offerta turistico-culturale sull’arte contemporanea della città. Inoltre, esso ambisce a divenire un incubatore d'arte contemporanea, per mezzo del quale sarà possibile associare ad ogni luogo, identificato da un grande valore nel campo storico, artistico e culturale, una particolare enfasi, rendendolo unico e carico di pathos. Cosa aspetti? Buona navigazione alla scoperta dell' arte contemporanea Messinese!
CONTENUTI IN EVIDENZA
Donne del Sud è un’opera presentata dall’artista Filippo Andronico in occasione della mostra tenutasi alla Biblioteca Comunale di Taormina dal 9 agosto al 6 settembre del 2014. La tela fa parte della grande ciclo sulla donna che ha dato il nome all’esibizione. Un tributo al genere femminile, alla bellezza e alla forza delle donne meridionali, che è anche un tributo alle tendenze e agli stili dell’arte che il contemporaneo raccoglie e amalgama in nuove visioni.
Il Banco di Roma occupa il primo comparto dell’isolato 297/A del Piano Regolatore della città di Messina. In particolare l’isolato 297 fu diviso nelle due parti A e B a causa della presenza della chiesa medievale di S. Maria degli Alemanni che richiese alcune modifiche nel disegno del Piano Regolatore redatto dell’ingegnere Luigi Borzì subito dopo il terremoto del 1908.
Il Forte Real Basso chiudeva la cinta murata in prossimità dell'attuale Real Convitto Dante Alighieri posto di fronte alla passeggiata a mare. la fortificazione ebbe un ruolo di primo piano nel corso dei moti del 1848/49 quando l'esercito degli insorgenti contro l'esercito borbonico, conquistate le fortezzze di Roccaguelfonia, Gonzaga e Castellaccio riuscirono ad aprire un varco nelle mura della fortezza e dunque a conquistarla costringento i borboni a riparare nella Cittadella, l'unica fortezza messinese ancora in mano dell'esercito napoletano.
La leggenda vuole che la Fata del ciclo epico cavalleresco di Re Artù si sia stabilita in riva allo Stretto. In realtà, la via prende il nome dal fenomeno ottico osservabile dalle due sponde quando sulle acque del mare è possibile osservare l’immagine delle strade e delle piazze delle due città.